martedì 11 dicembre 2007

Parte quinta

Ci siamo, arriva con quel suo solito fare un pò stanco e arrugginito. Timidamente si avvicina verso di te, probabilmente si sente in colpa per essere giunto un pò in ritardo, lo vedi infatti incerto sugli scambi tra un binario e l'altro, come se fino all'ultimo volesse temporeggiare in attesa di un tuo segnale amicale di comprensione. Vorrebbe spiegarti quel suo silenzio, vorrebbe raccontarti di quei fantasmi che lungo il cammino ne hanno annebbiato la vista e confuso gli obiettivi, vorrebbe mostrarti i segni indelebili del tempo che spinti da raffiche di vento ne hanno scavato quella che credeva fosse una corazza inossidabile. Beh, per 'sta volta ti perdono! basta che però ora apri le porte per farmi salire. Il messaggio sembra non averlo neanche sfiorato. Lui rimane lì serrato, chiuso nel suo guscio di ferro, con gli occhi spenti come se fosse stato anestetizzato e si fosse trascinato per inerzia fino a te per consegnare il suo ultimo addio. Svegliati! Parla! Non puoi lasciarmi qui! Credo di aver atteso abbastanza, ritengo di aver riposto fiducia e speranza al nostro incontro, non posso neanche immaginare che tu non abbia ora parole da spendere. Così mi avvicino, provo con delicatezza a sfiorarne il fianco, è così freddo, insensibile, neanche accarezzando i suoi punti più sensibili riesco ad ottenere un minimo segno della sua presenza. Mi sento tradito, ho caricato forse di troppe aspettative questo incontro ed ora sento che una parte di me è stata spesa invano, abbandonata ad uno stupido compromesso tra immaginazione e desiderio. Comicio ad essere stanco! L'attesa è sempre sempre stata la mia arma vincente in quella che pensavo si chiamasse vita, riempire il cuore di emozioni tenerle lì a bada nell'angolo in alto a sinistra del petto per poi farle esplodere tutte insieme nel momento preciso in cui mi ero trovato davanti ad una scelta o una non scelta, immaginifico sovrano dei sentimenti, mente calcolatrice e diabolica. Nasce forse da qui il principio del giustificato motivo?...dalla necessità di superare questo status di incompletezza e attesa, continuamente annaffiato da lacrime che portano con se aspettative sempre più distanti da me, così inutilmente ammalianti, così fastidiosamente intriganti.... Il fatto è che... "i No Global!!!" probabilmente nella mia vita... "Questo treno non parte!!!" Perchè credo che alla fine..."Causa NO global!!!!" Ma che cavolo!!! non lo vedete che sono assorto ma cosa ci incastrano adesso i no global!!!