venerdì 5 marzo 2010

Parte ventitreesima

Eh si caspita, stiamo andando indietro,
si ma col treno, non parlo dell'impianto politico-sociale ed economico in cui da anni stiamo naufragando, quello ormai è assodato, non deve inventarsi o dar prova di convincimento, anzi se possibile gradirei una tregua di almeno 1 settimana.
PErdo un pò la calma,sgrano gli occhi, muovo freneticamente la testa a destra e sinistra, non mi sto facendo un trip esistenziale, non ho in mano nessuna droga pesante. Nelle ultime ore ho solo girato tre stazioni, qualche decina di vagoni e indefiniti binari, niente di illegale insomma, almeno credo.
Non è possibile! questa giornata sfida davvero qualsiasi forza gravitazionale, "la cura" di Battiato a confronto rimane una semplice poesia astratta; quella che oggi vi mostro è realtà pazza, geniale, non lo so, di sicuro non va fuggita, ma abbracciata.
Ritrovo la calma, a centinaia le ipotesi su cui argomentare e, lasciando ad altri, parlo dei viaggiatori sempre più indispettiti e preoccupati, conclusioni tecniche circa possibili scambi tra treni o problemi tecnici all'impianto elettrico, mi diverte pensare che il macchinista, di fronte l'ennesimo rettilineo, decida di rallentare per poi fermarsi e dire BAsta! Basta lasciarsi trasportare, Basta seguire, BAsta con traiettorie già scritte.
Chi è che dirige qui!! Sono io maledizione, giudo io la carcassa, ed adesso si cambia marcia, una bella retro e via!
per dove...ehm...non lo so, ma di sicuro non dove mi han detto che devo arrivare,anche se questa fosse solo una banale ripicca. Domani fanno quaranta anni di ottemperato e onorato servizio, mai uno sgarro, sempre disponibile, mai una polemica,va bene qualche ritardo, ma non è colpa mia se abbiamo ferrovie dell'ante guerra. Oggi per l'unica e forse ultima volta decido io il percorso, se continuare su queste rotaie, se ed in quale stazione approdare...e già, potrei anche continuare a viaggiare all'infinito.
A questo punto mi verrebbe voglia di fare una corsa fino alla locomotiva e abbracciarlo chiudere la porta a chiave, afferrare un mappamondo e farlo girare, poi, chiudere gli occhi e con il dito dare al destino il nome di una città, offrire al mio futuro un luogo in cui cominciare.
E intanto il mappamondo gira, gira, non rallenata, così come anche il treno, il viaggio comincia finalmente ad avere un senso, quel giustificato motivo la cui ricerca mi accompagna ormai da tantissime ore pian piano prende forma, la possibilità che tutto no sia già scritto, preconfezionato, che ci sia qualcosa di pazzo e geniale in ogni cosa, in ogni sguardo in ogni colore, che esita la possibilità di scegliere e non di essere scelti.
Poso il pc, mi alzo, guardo intorno a me e rido, si mi sganascio davanti ai volti incupiti e vuoti, ricchi solo di domande inutili alla ricerca di risposte normali..
Che mi credano pazzo che mi diano dell'ubriacone drogato, intanto io e il mio treno ce la spassiamo un pò. Abbiamo deciso di dar vita ad una parentesi alternativa a questo finale di giornata, e siamo pronti ad accogliare ogni volontario a cui vada di avere, anche se per un attimo, l'idea di scegliere il proprio destino, liberandosi dello spettro della normalità per rifugiarsi nel fantastico mondo del... "ma perchè no"!