martedì 4 maggio 2010

Parte ventiquattresima

E mentre il treno continua nel suo geniale percorso fuori da ogni schema, da ogni logica, sale dentro di me la voglia di rimanere abbracciato alle mie valige e al mio pc il più a lungo possibile, come se quel disperato bisogno di arrivare a casa fosse tramontato e si fosse dissolto tra le curve dell'appennino.
L' immobilismo, la nostalgia, l'apatia, sensazioni non troppo lontane, ma che ho abbandonato alle stazioni di Milano e Bologna a cui si è accompagnata quella sensazione di stanchezza legata a quelle corse infinite nella speranza di trovare il binario giusto e salire sul treno più ospitale possibile.
Questo è l'ultimo, non ce ne sono altri, questo va per una strada tutta sua, non vuole arrivare puntuale, questo vuole andare, questo treno è il mio, non ha nessuna pretesa, è accessibile a tutti e se per un attimo ti abbandona subito dopo riemerge senza mai lasciarti solo, regalandoti comunque un paesaggio su cui il tuo pensiero può distendersi, respirare e sorridere.
E' un regionale e funziona proprio come dico io.
Giusto qualche attimo dopo e il treno comincia a rallentare. Non potevo certo augurarmi che continuasse a viaggiar contro corrente fino a Bologna, ma non per questo mi lascio abbattere, me lo aspettavo. Non mi rimane che strizzargli l'occhio in un gesto di intesa come per dirgli:
Tranquillo, non mi hai deluso!
Anzi grazie! è stato stupendo, ora però andiamo avanti.
Quella che si potrebbe definire quasi come una simbiosi tra me il treno, continua; il regionale raccoglie subito il mio invito e dopo essersi fermato giusto qualche secondo nelle verdi terre toscoemiliane per un ultimo respiro riprende la marcia nella direzione disegnata dalle due strisce di ferro ancorate a terra.
Avanti tutta ora! accantono per un attimo il paesaggio, sono sicuro che lo rivedrò presto, mi sono lasciato piacevolmente incantare e distrarre dall'idea di vivere dentro uno scenario senza limiti e percepibile a pochi. Ora è il momento di raccogliere tutto quello che ho imparato, di usare questa nuova linfa per affrontare le prossime curve e l'ultima galleria che lega S. Benendetto a Vernio, dieci minuti di silezio alternati da regolarissimi flash che scandiscono al centimetro il tuo ire.
Forza allora! il treno prende velocità e sfreccia, mi rimetto seduto e riprendo in mano il PC sfogliando nella mia raccolta musicale al fine di trovar quei brani che alimentino l'incedere incalzante e tuonante del regionale. Ne scorro a centinaia, passo dall' hard rock, al metal, al grunge, percorrendo tutte le possibili date comprese tra gli anni '70 e oggi.
Vorrei sentirli tutti, Led Zeppelin, Audioslave, Rolling Stone, Gun's & Roses,.....
tutti perfetti, impossibile fare una scelta ragionata, il rischio è quello di rimanere lì a contemplare stiticamente centinaia di brani senza riuscire a dare inizio a nessun accordo, in antitesi con l'obiettivo da raggiungere. L'unico modo per distogliere lo sguardo dallo scorrere frenetico delle icone audio dei file mp3 è lasciare che il caso decida, giusto per una volta, chissà magari è quella giusta, probabilmente si se hai lavorato bene lungo il perimetro.
Lancio il comando "Random" e irrompono gli ACDC.
It's along way to the top (if you wanna rock'n roll), poteva andare meglio?! no